Immigrati musulmani: reale integrazione o via

Giuseppe Ursino

Giuseppe Ursino

Mentre continuo sugli aerei la mia lettura del libro Jihad di Molinari si consolida in me un ragionamento difficile ed eticamente impegnativo.
Da anni in Europa emigrano decine di milioni di musulmani.
Quando questi si sono veramente integrati, accettando sinceramente i diritti per le donne e molto altro, l’armonia rimane salda e l’immigrazione può essere considerata virtuosa.
Quando, e non è una percentuale irrisoria, detestano sotto sotto (o apertamente) i nostri valori e rimangono legati alle loro usanze, insomma non si integrano con la cultura europea, allora stiamo facendo crescere a casa nostra chi un giorno ci creerà problemi molto seri, forse vitali. È solo questione di tempo e la bomba esploderà.
Siccome il problema sembra irrisolvibile e ingestibile, anche perché da tante parti ormai hanno assunto un peso politico significativo, avendo diritto di voto, i leader politici non affrontano in profondità il fenomeno, con tutti i ragionamenti connessi.
Dato che sono un libero pensatore, non devo far politica, mi piace dire le cose come stanno senza fare il piacione. Ecco la mia proposta.
Chi viene in Italia deve dare le impronte digitali per l’identificazione, ha tempo 12 mesi per imparare l’italiano, dopo i quali deve superare un primo esame linguistico per aver rinnovato il diritto di rimanere in Italia per altri 2 anni (lo Stato deve prevedere lezioni gratuite di lingua per l’intero periodo). Poi ogni 2 anni e per 10 anni dovrà superare un esame sostenuto davanti ad apposite commissioni, composte da 3 membri esperti di integrazione culturale e psicologia, dove validare la sua effettiva adesione ad alcuni valori universali.
In ogni momento, se si capisce che abbiamo un ospite (perché di questo si tratta per i primi 11 anni) indesiderato, deve andar via.
Primum vivere deinde filosofare.
Io sono fino al midollo per l’accoglienza per i più deboli, valore cristiano e universale, ma anche l’immigrato deve metterci del suo. Altrimenti acqua avanti e vento dietro, noi la chance gliela abbiamo data.

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