Akhenaton, il coraggio di cambiare e la lotta alla mediocrità

Giuseppe Ursino

Giuseppe Ursino

Nel 14° secolo a.C. l’Egitto provò a reagire al suo lento declino di civiltà col governo del faraone Akhenaton che coraggiosamente accantonò Amon e tutti gli altri dei e si indirizzò verso il monoteismo del dio Aton “luce”. Purtroppo il suo tentativo di rilancio della civiltà egizia fu fallimentare perché alla sua morte i sacerdoti dei vecchi dei con determinazione riacquistarono il potere e distrussero tutte le opere artistiche, letterarie e architettoniche di Akhenaton. Questo ritorno al passato fu il suicidio per quella civiltà millenaria. In pochi anni il popolo e il paese cominciarono velocemente a decadere ed a corrompersi. Un grande uomo aveva dato una chance al suo popolo, ma poiché l’arroganza della mediocrità ebbe la meglio (come capita spesso), quei conservatori nostalgici tirarono verso l’abisso tutti gli egiziani. I mediocri erano incapaci di avere una visione e guardare avanti, ma erano capacissimi di ostacolare chi aveva le qualità per condurre l’Egitto verso nuovi orizzonti. Così si arrivò gradualmente alla catastrofe.
Mi sembra una storia ricca di suggestioni attuali.

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