Dividerei gli imprenditori in due categorie. Da una parte coloro che hanno uno strettissimo rapporto con la pubblica amministrazione. Dall’altra tutte quelle imprese che affrontano giornalmente il mercato, i cui leader si tengono lontani dalla politica nutrendo diffidenza per la pubblica amministrazione. I secondi sono coloro che ogni giorno cercano di creare valore e, per chi di loro riesce a lavorare con l’estero, di portare in giro per il mondo il culto italiano per il buono e per il bello. È a loro che va tutta la mia simpatia. E quando li vedo trattati con stereotipato pregiudizio, come se fossero per metà delinquenti e per l’altra sfruttatori dei loro collaboratori, penso che ancora siamo rimasti a quel ’68 che col suo approccio culturale è stato l’inizio della fine del miracolo italiano. Una zavorra ideologica di cui liberarci, un culto del demerito che ancora impregna buona parte dell’opinione pubblica italiana di ogni colore politico.

C’è chi considera gli imprenditori per metà delinquenti e per metà sfruttatori dei loro collaboratori
- Pubblicato il 12 Gennaio 2012
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Giuseppe Ursino
Giuseppe Ursino
CEO del JO Group, cluster di aziende nato nel 1998 con core business in digital transformation e consulenza su fondi europei
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