Il Sud subisce il Nord, chi pecora si fa il lupo se la mangia

Giuseppe Ursino

Giuseppe Ursino

Quando il Nord col 1860 ha conquistato il Sud è stata una vera e propria colonizzazione. Oggi è inutile recriminare per le cattiverie subite, perché a quel tempo si usava così. Ma da quella fase storica durissima per i meridionali, anche perché i piemontesi furono spietati, son passati 150 anni e di opportunità per risalire la china non possiamo dire che il Sud non ne abbia avute. Possiamo sicuramente dire che il Meridione è ed è stato sempre trattato come un’aggiunta all’Italia, periferia lontana e diversa, ma dopo tutto questo tempo è impossibile nascondersi dietro ad un dito: qualcosa nel modo di fare e di ragionare al Sud non funziona! E quando con gli anni ’90 la crisi è arrivata anche al Nord, in quelle popolazioni si è naturalmente accentuato il proprio egocentrismo (è quel che accade a chiunque si senta in difficoltà) e così la situazione è peggiorata, coi meridionali abbandonati a sé stessi per mancanza di forza contrattuale. Da sottolineare che questa forza, questo potere di condizionare le scelte, è anche legata all’autorevolezza della classe dirigente e del popolo tutto. E in questo scenario così difficile, quelli che non si accontentano o continuano ad emigrare in cerca di fortuna o rimangono in patria cercando di insinuarsi dentro un sistema pieno di distorsioni.
La vicinanza geografica all’Africa e ai suoi drammi, una visione del benessere come rendita e l’egocentrismo del Nord sono tutti fattori che continueranno a complicare il futuro del Sud. D’altronde è ingenuo prendersela col forte che se ne approfitta (il Nord), dovremmo prendercela col debole che si ostina a non attrezzarsi per diventare forte, chi pecora si fa, il lupo se la mangia.

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