Credo con tutto me stesso in Gesù, ma so che, parandosi dietro il suo nome, molti uomini hanno imposto agli altri i propri limiti umani

Giuseppe Ursino

Giuseppe Ursino

Credo con tutto me stesso in Gesù, ma so che, parandosi dietro il suo nome, molti uomini hanno imposto agli altri i propri limiti umani. Elenco velocemente alcuni esempi. Nei primi tre secoli della Chiesa non esiste il culto dei santi, poi la Chiesa si “paganizza” ed iniziano cerimonie colorite, statue, candele, incenso, vesti di seta e tutto il resto. Ad Alessandria nel 391 d.C. la Chiesa ordina di bruciare la biblioteca più grande del mondo, con quasi settecentomila documenti, e l’istruzione viene proibita a chiunque all’infuori del clero. Giovanna d’Arco nel V secolo viene abbandonata dalla Chiesa che la consegna ai suoi nemici per essere bruciata viva; dopo molti secoli la Chiesa si ricrede e nel 1920 la donna diventa santa. Nel medioevo la dissolutezza imperava nella Chiesa che a quel tempo era ricchissima, così nel XII secolo si è proibito agli ecclesiastici di sposarsi, per impedire che le proprietà passassero alle famiglie del clero. Giordano Bruno nel 1600 viene bruciato vivo dalla Chiesa, allora assolutamente integralista ed intollerante, perché primo sostenitore dell’idea che la Terra ruoti intorno al Sole. Molti dirigenti della Chiesa dei nostri giorni nell’America Latina hanno trasferito per punizione i preti e i vescovi che si opponevano all’ingiustificabile ingiustizia di quei territori, così parteggiando apertamente per i possidenti locali ottusamente sordi ad ogni riforma sociale. Negli anni ’90 esplode lo scandalo della pedofilia tra gli ecclesiastici, molte vittime provano ad essere ascoltate dalle gerarchie della Chiesa, ma si trovano davanti ad un muro di gomma.
Insomma, il rinnovamento spirituale ai nostri giorni serve a tutte le organizzazioni, a partire dalla Chiesa. Mi piace concludere con un proverbio Apache: “Non importa il nome di Dio, poiché l’Amore è il vero Dio di tutto il mondo”.

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